Fino al 18 dicembre a Roma il 78esimo congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic). Fra i temi in agenda, la prevenzione delle malattie cardiovascolari in età pediatrica e la sottovalutazione del rischio tra le donne
Prevenzione delle malattie del cuore già in età pediatrica. Salute delle donne, che spesso sottovalutano i rischi cardiovascolari. E ancora: i quarant’anni dalla prima angioplastica, le nuove linee guida per la stenosi aortica, l’impegno per la formazione dei giovani specialisti. Sono questi alcuni dei temi principali che animano il 78esimo congresso nazionale della Società italiana di cardiologia (Sic), inaugurato oggi a Roma. Quattro giorni di lavori che riuniscono nella Capitale 2.200 partecipanti, impegnati in centinaia di simposi, corsi di aggiornamento, relazioni e letture magistrali.
Giocare d’anticipo
Secondo la Società italiana di cardiologia, l’ipertensione arteriosa pediatrica e giovanile è una realtà sottostimata. Circa il 10% dei ragazzi con meno di 18 anni è a rischio ipertensione. Per gli esperti, bisogna individuare i fattori di rischio e con l’aiuto dei genitori modificare lo stile di vita dei giovani. Poiché molte patologie del cuore sono presenti in forma subclinica tra gli under18 e potrebbero essere prevenute. “Come per ogni malattia cronica – spiega il presidente della Sic, Giuseppe Mercuro – è verosimile che l’ipertensione arteriosa sviluppi le sue premesse fisiopatologiche anni o decenni prima di manifestare segni e sintomi clinicamente inequivocabili”. L’indizio è ciò che gli specialisti chiamano “impronta pressoria”, ovvero il riscontro di “valori tensivi ai limiti superiori della norma per l’età, insieme a un’accresciuta massa corporea”. Una condizione che richiede “riduzione del peso corporeo, dieta povera di sale ed esercizio fisico aerobico”, riservando la terapia farmacologica ai casi “più severi e refrattari a qualunque altra misura di carattere generale sullo stile di vita”.
Il cuore delle donne
Giovani e donne dominano la 78esima edizione del congresso Sic. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte tra le donne, ma la maggior parte di loro non ne è consapevole e spesso sottovaluta il rischio. L’infarto – spiega la Sic – è la prima causa di morte nella donna over65. Eppure, prosegue Mercuro, c’è una “sostanziale sottovalutazione dei rischi che corre la donna”, per diverse ragioni. “Il dolore toracico o il disagio toracico – spiega il presidente della Sic – è riconosciuto come il sintomo caratteristico della malattia coronarica, ma le donne hanno meno probabilità di riportare dolore o disagio al torace rispetto agli uomini”. Di fronte ai primi sintomi di cardiopatia, inoltre, le donna hanno in media 10 anni in più rispetto agli uomini e circa 20 in più al momento del primo “evento cardiaco”. E ancora: le donne, spiega Mercuro, sono spesso meno curate per diabete, dislipidemie, ipertensione, obesità, e di conseguenza gli obiettivi terapeutici sono molto meno raggiunti. “Ecco perché – sottolinea Mercuro – in presenza di sintomi che suggeriscono una malattia coronarica dovrebbero essere sottoposte a una valutazione completa del rischio e ad una stima della probabilità di malattia coronarica”. Un impegno da affiancare a un’intesa campagna di informazione, sottolinea la Sic.
40 anni di angioplastica
Se la Sic celebra il suo 78esimo congresso, un altro traguardo importante lo festeggia l’angioplastica coronarica. La prima risale al 1977 ed è considerata – spiega il past presidente della Sic, Francesco Romeo – una “una pietra miliare nel trattamento della patologia coronarica aterosclerotica, che è il substrato anatomopatologico che sottende tutte le manifestazioni cliniche della malattia coronarica, come angina, infarto, morte improvvisa coronarica”. In questi 40 anni la tecnica si è evoluta da “semplice angioplastica con palloncino, all’introduzione degli stent con ulteriori successive generazioni che oggi ci permettono di affrontare qualsiasi problema tecnico”. Il numero delle angioplastiche in Italia è arrivato a oltre 150 mila su un totale di circa 300 mila coronarografie all’anno. Quello delle angioplastiche primarie, cioè per il trattamento dell’infarto acuto, ha superato quota 35mila.
Linee guida Tavi
Una delle più importanti innovazione della cardiologia degli ultimi anni è la Tavi (impianto valvolare aortico transcatetere) per il trattamento della stenosi aortica. “Oggi – spiega Ciro Indolfi, presidente eletto della Sic – è possibile impiantare una valvola di maiale completamente per via percutanea introducendo il catetere da un’arteria della gamba”. Al congresso di Roma sono state presentate le nuove linee guida per l’utilizzo della Tavi in pazienti affetti da patologia della valvola aortica. “La Tavi – spiega indolfi – è una tecnologia innovativa, molto efficace, ma ancora poco diffusa. In Italia viene utilizzata nel 22% dei casi rispetto alla chirurgia tradizionale, contro una media europea del 33%. Richiede un centro altamente specializzato e a oggi è disponibile in 44 strutture italiane”.
La cardiologia guarda al futuro
La cardiologia si presenta al 78esimo congresso Sic rivendicando i traguardi di mezzo secolo: “E’ la disciplina – sottolinea Mercuro – che ha avuto il più importante sviluppo negli ultimi 50 anni, contribuendo per oltre il 70 per cento al guadagno in aspettativa di vita che è stato di circa 7 anni negli ultimi 30 anni. Questi progressi hanno riguardato la diagnostica, la terapia farmacologica, la terapia interventistica coronarica e strutturale”. Un patrimonio da trasferire ai giovani cardiologi, non solo italiani, proiettati verso nuovi successi: “L’intenso confronto con i numerosi partecipanti stranieri e il grande spazio dedicato ai giovani – commenta Paolo Camici, presidente della commissione per il congresso – sottolineano la vocazione internazionale della cardiologia italiana, spinta a un continuo miglioramento. Abbiamo fatto tutto il possibile per favorire i giovani che sono il nostro domani, per questo abbiamo una serie di iniziative a loro dedicate”. Prima fra tutte, la partecipazione gratuita al congresso per specializzandi in Malattie cardiovascolari e giovani cardiologi.